Il frammento è da inscrivere tra i carmi nuziali di Saffo, che la poetessa componeva come canti di accompagnamento a riti eseguiti in occasione delle nozze di giovani spose.
In questi due versi, da considerarsi probabilmente come un epitalamio, la poetessa allude alla processione serale in cui lo sposo “rapiva” la sposa alla sua famiglia per condurla al suo talamo. Questo è il senso della menzione di Espero (o Vespero), l’astro della sera, che come lo sposo non riporterà la sposa alla casa della madre.
Notevoli sono i frequenti omerismi, che nobilitano attraverso il formalismo letterario un carme dal sapore “popolare” considerando l’argomento trattato.

Metro: Esametro Dattilico (v. I) e Digiambo seguito da Ferecrateo con Doppio Inserito Dattilico (v. II)

Ἔσπερε πάντα φέρων ὄσα φαίνολις ἐσκέδασ’ Αὔως,
φέρῃς ὄιν, φέρῃς αἶγα, φέρῃς ἄπυ μάτερι παῖδα

Ἔσπερε πάντα φέρων ὄσα φαίνολις ἐσκέδασ’ Αὔως,
φέρῃςιν, φέρῃς αἶγα, φέρῃς ἄπυ μάτερι παῖδα

Traduzione

Espero, tu riporti ogni cosa che Aurora lucente disperse:
riporti la pecora, riporti la capra, porti via la figlia alla madre.


Traduzione di Franco Ferrari

Espero tutto riporti
quanto disperse la lucente Aurora:
riporti la pecora,
riporti la capra,
ma non riporti la figlia alla madre.


Traduzione di Salvatore Quasimodo